Una NUOVA STAMPA?
La domanda che spesso oggi viene ancora posta è:
ANALOGICO O DIGITALE?
Ormai è una domanda sorpassata ma che ha tenuto legate a se, risposte ancora poco definite:
parlo della Fotografia ed in particolare della Stampa.
Oggi dovremmo rispondere in questo modo parlando del Digitale:
IL RI_CONFORMARE la FORMAZIONE
in un SISTEMA APERTO
Al tempo dell’Analogico, delle emulsioni, della chimica e dei costosi macchinari per eseguire la produzione di sviluppo e stampa, in larga misura se non totalmente, ti attenevi al funzionamento automatico di una macchina, al controllo e uso dei chimici e a delle note tecniche delle case produttrici e in particolare, a strutture come i laboratori fotografici.
Vi era un margine e in questo caso parlo dello Stampatore, per portare degli interventi, che nascevano dalla lunga esperienza o che riprendevano quelle che: ancora vista la presenza e l’uso di certe sostanze chimiche; si definivano antiche tecniche, o in altri casi, che si manifestavano ‘accidentalmente’ o con uno studio personale dedicato alla ricerca di tecniche chiamiamole di manipolazione, come i viraggi, le inversioni delle emulsioni in chimiche diverse, tutte quelle sulle emulsioni bianco e nero, ecc.
Era un sistema diciamo abbastanza chiuso tra questi vari parametri e possibilità. Vi era un Industria Fotografica ben definita con case produttrici dai nomi storici, una cultura materiale che portava il Mestiere a seguire parametri tecnici ed economici stabiliti e necessari per chiamarlo appunto ‘un mestiere’.
Ci fu allora un’altra domanda posta con atteggiamento retorico, improntata a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione alla sua Arte o, ai più banali luoghi comuni del Mestiere. Era un mondo chiuso, disomogeneo, facile da scalare, un mondo che visto il suo ripetersi da 150 anni, si accontentava di quello che era il Presente e non il suo Futuro!
Nacque intorno agli anni ’90 questa terribile domanda…la Fotografia è Arte o Mestiere?
Qui cominciò il divario all’interno del suo Mondo ancor prima dell’arrivo del Digitale il quale: trovò semplicemente terreno fertile per appropriarsi delle istanze tecnico/storiche del mezzo e portarle sul terreno dei nuovi competitori; delle nuove tecnologie digitali e di quello dell’Arte come contenitore di infinite possibilità di presentarsi e ridefinirsi…..fotografi e stampatori usando semplicemente le nuove tecnologie digitali.
Non si salvano sia chiaro, nemmeno quelli che vantano di saper utilizzare e realizzare oggi fotografie o stampe attraverso antiche tecniche. Il tempo in cui porre questo confronto non è quello di oggi, non è quello di una ‘poesia’ contro la macchina digitale e il suo calcolatore, quel tempo è finito, così come è finita la ‘cucina della nonna’, finito perché la retorica ha prevalso sulla mancata realizzazione di un Campo della Fotografia che contenesse i percorsi fatti, gli autori, gli scritti, la Storia.
Tutti oggi ci si buttano direte, così è sempre stato! Certo! Così come oggi tutti sono Chef, così come tutti sono artisti del digitale, così come tutti non hanno il tempo di attendere che il proprio lavoro o ricerca stia in un cassetto almeno un paio di anni a maturare.
BTEC è da oltre 40 anni un laboratorio di stampa fotografica.
Dai trattamenti Bianco e Nero, passando per la stampa a Colori, i trattamenti dei film BW, C41,E6, utilizzando e ricercando sempre i materiali più idonei, consoni alla sua conservazione, alla ricerca di percorsi a fianco di Autori e Professionisti per proporre tecniche alternative, ai suoi percorsi storici e culturali, a confronti con realtà maggiori della nostra per vedere dalla ‘cima’ cosa vi fosse oltre.
Poi nel 2016, Btec ha chiuso completamente i reparti tradizionali, quelli delle emulsioni fotografiche e chimici.
Ecco la risposta di BTEC alla domanda:
ANALOGICO O DIGITALE?
Fabio Caria
Il mio non è un abbandono del lavoro fatto in analogico, che ricordiamo, è stato messo in ‘crisi’ dal suo stesso percorso secolare, ovvero, quello delle sue trasformazioni tecnologiche e delle sue resistenze e mancate attinenze.
Con il passare del Tempo, molte consuetudini tecniche si erano perse, con l’avvento dei miniLab già si parlava di non bisogno di conoscenza, la tenuta economica cominciò a vacillare, i tempi preannunciavano riflessioni e aggregazioni, una posizione sul Mercato che guardasse oltre certe ‘frontiere’.
Insomma, si era già in un’era in cui il TUTTO non stava più insieme.
Oggi BTEC esegue tutta la produzione di Stampa e Acquisizione, sfruttando la tecnologa digitale e informatica.
Ma questo attenzione, non vuol dire raccontare altre Storie e neanche, raccontarle in un altro modo, ma in primo luogo, significa:
RI_CONFORMARE LA FORMAZIONE ED IL LAVORO IN UN SISTEMA APERTO
mantenendo i ‘ferri del mestiere, mantenendo un’origine che non si è spenta, consumata o confusa, ma che ha preso coscienza di ciò che si è fatto fino ad ora, del come lo si è fatto, con chi lo si è fatto e anche: di ciò che in parte è finito!
PERCIÓ? È solo una continuazione?
In parte è così, c’è una continuazione ed è ovvio, si è continuato a Stampare.
Ma è anche vero che ci sono domande del genere: cosa e come continuare a farlo, cosa ce ne si possa fare, come usarlo in un ‘ambiente differente’, fatto di nuove figure giovani nate con il mezzo digitale e di conseguenza con una cultura diversa, come portare e mostrare novità e possibilità di realizzazione nuove ma che possano anche mantenere legami con percorsi che hanno definito la ‘qualità’ di stampa.
Stanandola anche dai suoi ultimi ‘ridotti’, dalle ‘vecchie tecniche’ fatte sembrare ‘magie’, o sacra manualità da pittori.
Vecchie tecniche che spesso si sono dimostrate pericolose nella loro esecuzione sia per l’operatore sia per l’ambiente.
Vecchie tecniche che possono riemergere con la conoscenza, il racconto storico e la loro realizzazione anche con le moderne tecniche o con una mirata scelta di conservazione.
Perciò non si tratta semplicemente di fare cose ‘nuove’ in stampa, o peggio, di considerare il ‘nuovo’ un cambiamento radicale ( questo per chi non conosce ciò che è avvenuto prima ), quanto di mettere in pratica con nuovi mezzi tecnici, la ricerca di nuovi passaggi, di nuove forme ed effetti, che sia meno caro e dispendioso, in quanto il fattore produzione è importante.
NUOVA STAMPA, NUOVE TECNICHE,
NUOVE TECNICHE, NUOVA STAMPA!
UNA NUOVA STAMPA
‘La Nuova Stampa è troppo difficile per lasciarla solo agli stampatori o solo agli autori’
Uno stampatore da sempre è spesso stato un inventore di forme, di tecniche, di procedimenti, questo perché, prima di tutto è stato un inventore di metodi.
La particolarità di uno stampatore oltre ad un percorso che lo vede come ‘traduttore’ dell’immagine che il Cliente ha pre-visualizzato, consiste anche nel cercare e nell’aver rimesso costantemente in causa nel corso della sua evoluzione al fianco di Autori, Clienti e Artisti, il miglior metodo di fabbricazione delle immagini a loro dedicato.
Dall’allora lavoro sulle emulsioni fotografiche, come del resto dalla rimessa in discussione delle abitudini tecniche tradizionali, attraverso l’ascolto nelle operazioni di interpretazione di ciò che veniva richiesto fino alla realizzazione del lavoro sugli attuali materiali e stampanti, queste sono istanze che ancor oggi si richiedono a chi stampa un lavoro per terzi.
Questi sono i fattori che condizionano le scelte e rendono possibile l’apparizione di nuove forme, questi sono i fattori che hanno da sempre e che accompagneranno ancora, chi vorrà cimentarsi nella Stampa di Immagini per i propri Clienti, ma anche a quei Clienti che per la ‘facilità’ dei mezzi si immedesimano stampatori del proprio lavoro.